martedì 20 ottobre 2015

Il fido Armaduk - Corriere della Sera 25 febbraio 1993 p. 17 e Repubblica.it 25 febbraio 1993



Lo splendido cane che accompagnò Ambrogio Fogar durante la spedizione al Polo Nord ebbe una vita molto lunga e si spense all'età di 17 anni. I giornali e le televisioni del tempo gli dedicarono molto spazio al punto tale che in Italia scoppiò una vera e propria mania per i cani da slitta.


Ecco cosa scrisse il Corriere della Sera in occasione della sua morte (articolo firmato R. I.)

"Armaduk", il cane che aveva accompagnato nel 1982 l'esploratore Ambrogio Fogar in un' avventura sui ghiacci del Circolo polare artico, è morto ieri di vecchiaia all' eta' di 17 anni. "Armaduk" si trovava nell'allevamento di cani da slitta "Grandi laghi", a Zeme Lomellina. Era diventato famoso all' epoca della grande traversata sul pack, quando per 50 giorni aveva tenuto testa al freddo e ai venti polari, aiutando il suo compagno di viaggio a superare la solitudine dei grandi spazi in un'impresa che comunque era stata fortemente criticata: soprattutto per la presenza invadente degli sponsor. Lo stesso Armaduk, bell'esemplare di razza "husky" che avrebbe presto scatenato la moda dei cani siberiani in Italia, era stato messo sotto contratto da un'industria che produce scatolette per cani, ma nessuno se l' era sentita di prendersela con l' animale, trascinato oltre i limiti dell'umana tolleranza. Piu' duri erano stati i mass media con Ambrogio Fogar. L'esploratore era stato accusato di aver "imbrogliato" i suoi sostenitori, facendosi aiutare dall' aereo di rifornimenti per superare una situazione d'impasse: era rimasto bloccato con Armaduk su un' isola di ghiaccio alla deriva e il velivolo l'aveva trasportato per quindici chilometri, lontano dai pericoli. Oggi forse qualcuno rimpiange di non aver tributato al suo coraggio un po' folle un po' piu' di clemenza: Fogar è ricoverato in una clinica svizzera dopo che, durante il rally Parigi Pechino dell'anno scorso, era rimasto coinvolto in un incidente. Da quel 12 settembre, quando la sua jeep si è ribaltata in una zona impervia del Turkmenistan, l'esploratore, che ha riportato la frattura della seconda vertebra cervicale ed una grave lesione midollare, sarebbe ancora paralizzato. Il riserbo dei medici si riassume nei bollettini sanitari: "condizioni stazionarie".

Qui di seguito copia di Verso il Polo con Armaduk autografata dallo stesso Fogar con una curiosa e significativa dedica:



Questo invece l'articolo di Repubblica.it:

Armaduk, il cane che aveva accompagnato nel 1982 l'esploratore Ambrogio Fogar in un'avventura sui ghiacci del circolo polare artico è morto ieri all'età di 17 anni, di vecchiaia. Armaduk, un husky siberiano, si trovava nell' allevamento di cani da slitta "Grandi laghi" di Zeme Lomellina. Ambrogio Fogar è attualmente ricoverato in una clinica Svizzera dopo che, durante il rally Parigi-Pechino, il 12 settembre scorso, aveva riportato una grave lesione midollare. Nel racconto dei suoi attimi più terribili della lunga avventura (51 giorni fra i ghiacci) al polo, Fogar ha parlato di Armaduk come di una presenza indispensabile, di un vero compagno di avventura: "Capisco l'importanza di averlo portato con me, non è solo un aiuto meccanico per trascinare la slitta, non è solo una vigile sentinella che mi avverte dei pericoli. E' anche e soprattutto un amico. Armaduk è diventato un altro Fogar e io non sono più così solo". Al ritorno dalla spedizione, Armaduk è poi stato riportato nell'allevamento dove si trovava nei giorni scorsi. Ma Armaduk ha conosciuto ancora un periodo di notorietà quando nell' 89 una ditta chiamò col suo nome delle scatolette di cibo per cani, con la motivazione che "la gente aveva mitizzato la figura del cane, eroe senza macchia in contrapposizione all'uomo, personaggio più discusso, e i risultati commerciali si sono visti subito". All'epoca, il cane-divo è stato assoldato per un tour di promozione in decine di supermercati e il suo muso è comparso sui manifesti di mezza Italia.

Il cane fu invitato con Fogar anche durante una puntata della celebre trasmissione di Enzo Tortora Portobello e gli fu dedicato un libro in cui l'autore Nino De Luca immagina che sia lo stesso Armaduk a parlare (Armaduk. Io e Fogar al Polo, Legnano, Landoni, 1983).

Questa invece è la foto con commento diffusa dall'ANSA dopo l'avventura al Polo Nord. La figlia Francesca Margherita qui viene chiamata semplicemente Margherita:




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