venerdì 5 febbraio 2016

Fogar e Mancini: Lettere dalla zattera (Corriere della Sera 30 agosto 2009)



Il naufragio durato ben 74 giorni nelle acque dell’Atlantico, conclusosi in maniera tragica con la morte del giornalista de La nazione Mauro Mancini, innescò a suo tempo una vibrante polemica che giunse a mettere in dubbio anche il legame di amicizia esistente tra i due.
Al suo ritorno in Italia Fogar venne messo sotto accusa e dovette subire anche una sorta di processo in diretta durante una trasmissione di Maurizio Costanzo.

Le lettere scritte da Fogar e Mancini sulla zattera alla deriva, testimoniano invece l’intensità di un’amicizia che ha saputo resistere al dramma del naufragio e ci consentono di dare uno sguardo più approfondito sulla vicenda che ha visto protagonisti questi due uomini e sui loro sentimenti più veri.

La prima è una toccante lettera scritta da Fogar alla madre Alma. Ambrogio sente che il rischio di non riuscire più a tornare a casa è concreto e questa lettera sembra quasi diventare il suo testamento.


La seconda, invece, è una lettera scritta da Mancini alla moglie. Anche qui il giornalista della Nazione pare voler affidare a un foglio di carta le sue ultime volontà. C’è però un inciso che è fondamentale e che permette di chiarire, in modo inequivocabile, quale siano i rapporti tra i due.

Mancini scrive: “Ambrogio è un uomo coraggioso, equilibrato, buono. Ci siamo fatti compagnia con grande fermezza d’animo e questo è già qualcosa”.

Poche righe, che però sgombrano il campo una volta per tutte dalle illazioni e dalle polemiche alimentate da coloro i quali aveva sostenuto che Fogar avesse cercato a tutti i costi di sopravvivere a scapito di Mancini.

C'è poi un brano tratto da una lettera di Oriana Fallaci in cui la famosa scrittrice dichiara, con la sua consueta ironia, di fidarsi di Fogar e di essere pronta ad affrontare il mare con lui. È una testimonianza importanza perché scritta proprio dopo il processo televisivo subito da Fogar.

La pagina del Corriere della Sera si chiude, infine, con un articolo dedicato proprio alla celebra zattera, due metri in gomma cerata ormai consumata abbandonata in un capannone in attesa di restauri e di una più degna collazione. A ricordo di una tragica avventura e, soprattutto di una bella amicizia tra due persone.










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