Il naufragio durato ben 74 giorni nelle acque dell’Atlantico,
conclusosi in maniera tragica con la morte del giornalista de La nazione Mauro
Mancini, innescò a suo tempo una vibrante polemica che giunse a mettere in
dubbio anche il legame di amicizia esistente tra i due.
Al suo ritorno in Italia Fogar venne messo sotto accusa e
dovette subire anche una sorta di processo in diretta durante una trasmissione
di Maurizio Costanzo.
Le lettere scritte da Fogar e Mancini sulla zattera alla
deriva, testimoniano invece l’intensità di un’amicizia che ha saputo resistere
al dramma del naufragio e ci consentono di dare uno sguardo più approfondito
sulla vicenda che ha visto protagonisti questi due uomini e sui loro sentimenti
più veri.
La prima è una toccante lettera scritta da Fogar alla madre Alma. Ambrogio sente che il rischio di non riuscire più a tornare a casa è
concreto e questa lettera sembra quasi diventare il suo testamento.
La seconda, invece, è una lettera scritta da Mancini alla moglie. Anche qui il giornalista della Nazione pare voler affidare a un foglio di carta le sue ultime volontà. C’è però un inciso che è fondamentale e che permette di chiarire, in modo inequivocabile, quale siano i rapporti tra i due.
Mancini scrive: “Ambrogio è un uomo coraggioso, equilibrato, buono. Ci siamo fatti compagnia con grande fermezza d’animo e questo è già qualcosa”.
Poche righe, che però sgombrano il campo una volta per tutte dalle illazioni e dalle polemiche alimentate da coloro i quali aveva sostenuto che Fogar avesse cercato a tutti i costi di sopravvivere a scapito di Mancini.
C'è poi un brano tratto da una lettera di Oriana Fallaci in cui la famosa scrittrice dichiara, con la sua consueta ironia, di fidarsi di Fogar e di essere pronta ad affrontare il mare con lui. È una testimonianza importanza perché scritta proprio dopo il processo televisivo subito da Fogar.
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